a cura della Redazione
Giornata targata Veronelli, dedicata a una casa spumantistica che rappresenta il valore storico di un territorio e l’impegno sincero e costante di una famiglia per l’eccellenza.
Andrea Alpi e Gigi Brozzoni, tra i curatori della nostra Guida, Massimo Pulcini, che segue la comunicazione e Simonetta Lorigliola, caporedattrice hanno trascorso una giornata presso cantine Ferrari: non è stata una visita di rappresentanza costretta da qualche protocollo, ma un momento intenso in cui lo scambio e la conoscenza hanno dominato il tempo trascorso.
Abbiamo inizialmente incontrato Camilla Lunelli e con lei abbiamo dialogato condividendo il pranzo alla Locanda Margon, luogo che dal 2007 la famiglia Lunelli ha voluto dedicare alla ristorazione.
Guida, dal 2017, la cucina il giovane e talentuoso Edoardo Fumagalli e sulla sua opera risplende, meritatissima, la stella Michelin.
Una cucina in cui materie prime eccelse, cura e indubbia vena creativa si traducono in pietanze esteticamente perfette per lo sguardo e per il palato: una memorabile coerenza tra stile, cura e piacevolezza. Una cucina che non resta prigioniera dei confini di un territorio, pur rappresentato da eccelse materie prime, ma si sente libera di esplorare e sperimentare con equilibrio e rispetto. Questo gran cuoco lavora amabilmente anche per far dialogare le pietanze con spumanti e vini dei padroni di casa, rendendo l’esperienza ancora più intrigante e piena. Gli fa da controcanto in sala un sommelier e maître di gran classe, Mototsugo Hayashi.
La Locanda ha tratto il suo nome da quella Villa Margon che, poco più in alto, si appoggia alle alture, sin dal Rinascimento.

Fu edificata a metà del Cinquecento alle pendici del Monte Bondone (mt 452) per iniziativa della famiglia bergamasca Basso e appartenne via via a nobili casate, fino all’acquisizione da parte dei Lunelli che, oggi, la custodiscono e ne offrono l’apertura al pubblico.
Di gran pregio i suoi affreschi tra cui ne spicca uno, nel ciclo dedicato alle stagioni, che mostra la potatura di viti maritate a tutori vivi.


La Villa è un luogo altamente suggestivo, immersa nei suoi oltre 100 ettari di parco. Alle sue spalle, non lontano, sorgono 14 ettari di vigneto dedicato alla varietà eletta dai Lunelli, lo chardonnay.
Ma l’immersiva giornata nel mondo Ferrari non era ancora finita.
Eccoci in cantina, in compagnia di Marcello Lunelli e dello chef de cave Cyril Brun.
Un percorso nel processo produttivo che dà origine a uno spumante che ha scalato il mercato italiano e si sta affermando in modo crescente su quello internazionale, un’affermazione a cui, nell’ultimo quadriennio, ha in parte contribuito la partnership con Formula 1®, ovvero la massima competizione automobilistica del mondo.

Ma gli spumanti Ferrari non sono destinati a far saltare i tappi soltanto in occasione di festeggiamenti. La versatilità e le diverse interpretazioni, dalle linee più semplici ai Perlé sino alle Riserve, passando dai sapienti equilibrismi tra millesimi e sboccature, danno vita a bei vini versatili, adatti a un raffinato aperitivo, a divenire largamente e diversamente gastronomici, nei molteplici gradi di maturità, o persino a essere godibili per sé soli.
La degustazione ci ha suggerito largamente questa riflessione.


Così come è evidente la volontà di continuare a impegnarsi per un indefesso miglioramento qualitativo. Cyryl Brun, in Ferrari dal 2023, lavora in questo senso. La primaria importanza conferita al vino base e alla sua imprescindibile qualità, sanità (la certificazione bio risale al 2017) e territorialità; l’obiettivo di pressare solo uva intera; la maniacale attenzione riservata ai dosaggi sono alcuni dei punti fermi che caratterizzano l’attuale impegno di quella maison nostrana che rappresenta un pilastro indiscutibile della spumantistica italiana.